La Cina si oppone all'inserimento di aziende cinesi nella lista nera da parte degli Stati Uniti per presunti lavori forzati nello Xinjiang

(Quotidiano del Popolo Online)mercoledì 27 novembre 2024

Martedì 26 novembre, la Cina ha dichiarato di condannare severamente e di opporsi fermamente alla recente mossa degli Stati Uniti di mettere nella lista nera 29 aziende cinesi ai sensi del cosiddetto "Uyghur Forced Labor Prevention Act" e ha presentato solenni rimstranze agli Stati Uniti.

La mossa degli Stati Uniti, che non ha alcuna base fattuale, è un atto di bullismo sotto le mentite spoglie della protezione dei diritti umani e "un tipico atto di coercizione economica", ha affermato un portavoce del Ministero del Commercio, aggiungendo che la Cina adotterà le misure necessarie per salvaguardare risolutamente i legittimi diritti e interessi delle aziende cinesi.

Il portavoce ha affermato che la Cina si oppone fermamente al lavoro forzato e che non esiste nulla di simile nello Xinjiang.

La parte statunitense, senza alcuna prova concreta, ha imposto sanzioni basate sulla propria legge nazionale e unicamente sull'acquisto di materiali o sull'assunzione di dipendenti provenienti dallo Xinjiang da parte di aziende cinesi, il che viola gravemente i diritti umani fondamentali della popolazione dello Xinjiang, mina i legittimi diritti e interessi delle aziende collegate e interrompe la stabilità e la sicurezza della filiera di approvvigionamento globale, secondo il portavoce.

"Esortiamo la parte statunitense a interrompere immediatamente la manipolazione politica, la diffamazione e gli attacchi e la sua irragionevole repressione delle aziende cinesi", ha affermato il portavoce.

Il cosiddetto "Uyghur Forced Labor Prevention Act", entrato in vigore nel giugno 2022, proibisce l'ingresso di merci dello Xinjiang nel mercato statunitense in nome della lotta al "lavoro forzato".

(Web editor: Zhou Chaoyue, Deng Jie)

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