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Cina: "No all'unilateralismo e all'egemonia"
Il 23 aprile, il rappresentante permanente cinese alle Nazioni Unite, ambasciatore Fu Cong, ha presieduto una riunione in formula Arria intitolata "Impatti dell'unilateralismo e dell'egemonia sulle relazioni internazionali", a cui hanno partecipato un'ottantina di Paesi, compresi i membri del Consiglio di Sicurezza dell'ONU.
Nel suo intervento inaugurale, l'ambasciatore Fu Cong ha osservato che 80 anni fa nacquero le Nazioni Unite, considerate un importante risultato positivo della vittoria nella guerra mondiale antifascista. Da allora, il multilateralismo è diventato un ampio consenso. Ottant'anni dopo, il mondo è entrato in un nuovo periodo di turbolenza e cambiamento, con il ritorno dell'unilateralismo e di diversi comportamenti egemonici. In particolare di recente, gli USA hanno imposto con vari pretesti dazi ingiustificati su tutti i partner commerciali, violando diritti e interessi legittimi dei vari Paesi. Gli Stati Uniti, innalzando la bandiera di una presunta ricerca di "reciprocità" e di "equità", conducono un gioco a somma zero che mira essenzialmente a sconvolgere l'ordine commerciale internazionale attraverso i dazi, a sovrapporre gli interessi americani a quelli della comunità internazionale e a favorire l'egemonia statunitense a spese degli interessi legittimi dei Paesi di tutto il mondo.
L'ambasciatore ha affermato che il mondo si trova nuovamente in una situazione critica. La comunità internazionale deve fare una scelta giusta, esprimere una voce unanime e adottare azioni comuni. La Cina rappresenta un costruttore della pace mondiale, un contributore dello sviluppo globale e un difensore dell'ordine internazionale. Il mercato cinese, di dimensioni straordinarie, è da sempre aperto al mondo per permettere ai vari Paesi di beneficiare del rapido sviluppo cinese. Di fronte alle azioni controproducenti dell'abuso statunitensi dei dazi, la Cina ha preso posizione, senza voler provocare caos né temerlo. Qualsiasi pressione eccessiva, minaccia o inganno non costituisce il metodo appropriato per intrattenere relazioni con la Cina e non può ostacolare il percorso deciso verso la grande rinascita della nazione cinese.
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