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L'Italia sollecita al dialogo con gli Stati Uniti mentre gli aumenti dei dazi minacciano miliardi di perdite
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Il Colosseo e il suo riflesso in una pozzanghera dopo la pioggia a Roma, Italia. (13 luglio 2025 - Alberto Lingria/Xinhua) |
Il Ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha dichiarato lunedì 14 luglio che l'Unione Europea (UE) è pronta a imporre miliardi di euro di dazi di ritorsione sui prodotti statunitensi qualora i negoziati commerciali in corso tra le due parti non dovessero portare a un accordo.
In un'intervista pubblicata lunedì dal quotidiano italiano Il Messaggero, Tajani ha sottolineato che, sebbene l'UE disponga degli strumenti per difendere i propri interessi economici, il dialogo rimane la via preferibile da seguire. "I dazi danneggiano tutte le parti, compresi gli Stati Uniti", ha affermato. "Se il mercato azionario crolla, le pensioni e i risparmi degli americani sono a rischio".
Le dichiarazioni di Tajani seguono l'annuncio del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di sabato, secondo cui Washington imporrà dazi del 30% sulle importazioni dall'UE e dal Messico a partire dal 1° agosto.
La mossa segna l'ultima escalation di una serie di politiche tariffarie introdotte dall'amministrazione Trump, mentre i funzionari statunitensi ed europei stanno ancora lavorando a un accordo commerciale.
Anche la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni ha espresso preoccupazione per la prospettiva di una guerra commerciale transatlantica, avvertendo che un simile sviluppo danneggerebbe entrambe le parti.
"Il nostro governo è in stretto contatto con la Commissione Europea e tutte le parti coinvolte nei negoziati sui dazi", ha dichiarato Meloni in una nota. "Una guerra commerciale all'interno dell'Occidente ci renderebbe tutti più deboli di fronte alle sfide globali che stiamo affrontando insieme. L'Europa ha la forza economica per proteggere i propri interessi e raggiungere un accordo equo".
Un'analisi dell'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano ha suggerito che l'Italia sarebbe tra i Paesi dell'UE più colpiti dai dazi statunitensi. In uno scenario di dazi del 30%, il prodotto interno lordo (PIL) della Germania si ridurrebbe di circa lo 0,5% rispetto a una base di riferimento senza dazi, mentre il PIL dell'Italia si ridurrebbe di circa lo 0,36%.
Lunedì, l'Associazione per lo Sviluppo dell'Industria del Mezzogiorno (SVIMEZ) ha pubblicato la sua stima dell'impatto dei dazi statunitensi sulle esportazioni italiane, prevedendo una riduzione di quasi un quinto del volume delle esportazioni e una perdita di 12,4 miliardi di euro negli scambi commerciali una volta che i dazi entreranno in vigore.
SVIMEZ ha anche messo in guardia dalle conseguenze macroeconomiche più ampie, stimando una riduzione dello 0,5% del PIL italiano nel 2026 e la potenziale perdita di fino a 150.000 posti di lavoro, di cui circa 13.000 nelle regioni meridionali del Paese. "Le ripercussioni sarebbero a livello nazionale", ha dichiarato il presidente di SVIMEZ Luca Bianchi alla rete televisiva Class CNBC.
La principale organizzazione agricola italiana, Coldiretti, ha ribadito le preoccupazioni, avvertendo che i dazi proposti potrebbero infliggere "un colpo mortale" al settore agroalimentare.
"I dazi del 30% potrebbero infliggere danni complessivi fino a 2,3 miliardi di euro sia ai produttori italiani che ai consumatori statunitensi", ha affermato la Coldiretti. Le esportazioni agricole chiave come formaggi, vino e prodotti alimentari trasformati sarebbero le più colpite, ha osservato l'associazione.
Secondo le stime della Coldiretti, i nuovi dazi aumenterebbero i dazi complessivi sui formaggi italiani al 45%, sul vino al 35%, sui prodotti derivati dei pomodori al 42%, sulla pasta ripiena al 36% e su confetture e marmellate al 42%.
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